Allerta App, queste vanno rimosse immediatamente: “comunicazione urgente”

Allerta App, queste vanno rimosse immediatamente: “comunicazione urgente”

Matteo Casini

Novembre 4, 2025

Milioni di utenti si sono trovati di fronte a una notifica che cambia l’uso quotidiano dei loro computer: alcune delle applicazioni più diffuse smettono di ricevere protezione ufficiale e, con esse, decade una barriera fondamentale contro gli attacchi informatici. A parlare non è uno scenario teorico, ma la fine del supporto per versioni storiche della suite che molte persone e aziende in Italia usano ogni giorno. Chi apre un documento di lavoro o invia una mail con allegati potrebbe ritrovarsi con software non aggiornato e senza le patch necessarie per correggere falle note. Un dettaglio che molti sottovalutano è che il problema non riguarda solo la funzione del programma: riguarda la sicurezza dei dati, l’accesso ai file e, di riflesso, il bilancio di una piccola impresa.

Fine del supporto per office: cosa cambia

Quando un produttore interrompe il servizio di aggiornamento significa che non verranno più rilasciati fix per vulnerabilità appena scoperte. Microsoft ha annunciato che le versioni più vecchie della sua suite non riceveranno più aggiornamenti di sicurezza, esponendo così programmi come Word, Excel e PowerPoint a rischi concreti. Questo non è un semplice cambio di prodotto: è la perdita di uno scudo che protegge dispositivi e dati personali. I tecnici del settore spiegano che, senza patch, è più facile per i malintenzionati sfruttare bug per ottenere accesso non autorizzato o far girare malware su macchine aziendali.

Le due versioni coinvolte nella cessazione sono Office 2016 e Office 2019, e in tutto sono circa sedici applicazioni della suite a rimanere scoperte: oltre ai nomi più noti ci sono anche tool meno visibili ma ugualmente utilizzati nelle attività d’ufficio. Secondo chi gestisce sistemi informatici in diverse realtà italiane, la fine del supporto porta con sé anche complicazioni in termini di conformità normativa per chi lavora con dati sensibili. Un fenomeno che in molti notano solo negli aggiornamenti di inventario dei dispositivi: vecchie licenze restano installate e l’uso prosegue, con il rischio sempre dietro l’angolo.

Allerta App, queste vanno rimosse immediatamente: “comunicazione urgente”
L’insegna luminosa di Microsoft cattura l’attenzione, con il logo e vetrine colorate. Un’auto nera in primo piano parzialmente visibile. – mondialmotors.it

Cosa fare adesso: opzioni pratiche e rischi

La reazione più immediata è valutare un aggiornamento: passare a versioni supportate o a soluzioni in abbonamento come Microsoft 365 elimina la preoccupazione degli aggiornamenti mancanti. Esiste anche la possibilità di acquistare licenze aggiornate singole o ricondizionate sul web, ma qui serve cautela perché chi acquista deve verificare la provenienza delle chiavi e la legittimità delle offerte. Chi si occupa di sicurezza in azienda raccomanda di non fermarsi all’acquisto: è necessario eseguire backup regolari, aggiornare il sistema operativo e i software di protezione, e limitare l’accesso alle risorse di rete per ridurre l’impatto di eventuali intrusioni.

Per chi non può aggiornare immediatamente, ci sono misure temporanee: isolare le macchine dalla rete aziendale, usare account con privilegi ridotti, e adottare controlli di posta più stringenti per evitare allegati pericolosi. È importante non sottovalutare l’aspetto economico: una violazione indotta da software non protetto può generare costi di recupero dati e interruzione dell’attività, specialmente per le piccole imprese italiane. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è che molte realtà locali mantengono ancora versioni fuori supporto per abitudini consolidate, aumentando l’esposizione complessiva.

In molte aziende del territorio la notizia ha già spinto i responsabili IT a stilare un piano di transizione: inventario dei dispositivi, priorità per i sistemi critici e calendario di aggiornamento. La scelta tecnica e finanziaria rimane a carico di ciascuno, ma il rischio è reale e tangibile: continuare a usare software non supportato significa lasciare porte aperte a hacker e complicare la tutela dei dati, con conseguenze operative ed economiche evidenti.